
29 Set “Patti chiari, per imprese forti”, il roadshow si è chiuso a Milano
Da giugno a settembre l’iniziativa ha toccato sei città. Negli incontri, le imprese interessate hanno avuto l’occasione di approfondire vantaggi e modalità applicative della cooperative compliance

A Milano, la tappa finale del roadshow organizzato da Confindustria, Mef e Agenzia delle entrate per promuovere e far conoscere al mondo imprenditoriale italiano l’istituto dell’adempimento collaborativo. L’ultimo degli appuntamenti di “Patti chiari, per imprese forti” si è svolto oggi presso l’auditorium Assolombarda del capoluogo meneghino.
Dai dati disponibili emerge che, nel prossimo anno, in Lombardia, saranno circa 1.500 le aziende, con un volume d’affari di almeno 500 milioni, che potranno accedere allo speciale regime. La platea si allargherà progressivamente negli anni successivi tanto che le imprese potenzialmente interessate diventeranno oltre 4.300 dal 2028, quando la soglia di accesso all’istituto scenderà a 100 milioni.
L’incontro di Milano è stato soltanto l’ultimo di una serie di eventi, organizzati in collaborazione con le associazioni territoriali di Confindustria, che hanno fatto precedentemente tappa in altre sei grandi città italiane. A dare il via, l’appuntamento di Bologna dello scorso 9 maggio, a seguire, hanno ospitato l’iniziativa Venezia (20 maggio), Napoli (9 giugno), Roma (12 giugno), Firenze (27 giugno) e Torino (23 settembre)
Con “Patti chiari, per imprese forti” i promotori dell’iniziativa hanno creato l’occasione per spiegare ai destinatari della misura, con chiarezza e nel dettaglio, quali sono i vantaggi dell’adempimento collaborativo, le modalità di adesione e i modelli di successo in vista del progressivo ampliamento della platea potenziale nei prossimi anni.
Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha aperto oggi l’evento conclusivo di Milano, con lui, il direttore dell’Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, il vicepresidente di Confindustria, Angelo Camilli e il presidente di Confindustria Lombardia, Giuseppe Pasini. Tra i partecipanti, inoltre, Luigi Vinciguerra, capo del III Reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza, Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Milano e Vittorio Minervini, Coordinatore della Commissione diritto tributario del Consiglio nazionale forense.
Perché “Patti chiari per imprese forti”
Nel titolo della serie di eventi sono racchiusi il senso e il fine dell’istituto dell’adempimento collaborativo. Scopo del regime è infatti favorire l’instaurazione di un rapporto franco e strutturato tra imprese e Fisco, basato sul confronto preventivo, sulla fiducia reciproca e sulla certezza del diritto.
Tornando a “Patti chiari per imprese più forti”, lo schema di svolgimento della giornata ha previsto una prima sessione di presentazione dell’istituto, seguita da una tavola rotonda sugli aspetti più operativi. Tra gli altri, sono intervenuti, Paola Monica Giachetto, tax director Finecobank, Giuseppe Nicosia, tax director Snam, Massimo Ferrari, group tax director Pirelli e Sergio Dompé, president & Ceo di Dompé farmaceutici, ha moderato la caporedattrice di “Norme e Tributi” del Sole 24 Ore, Maria Carla De Cesari, hanno preso parte.
Un nuovo modello di collaborazione tra Fisco e contribuenti
L’istituto dell’adempimento collaborativo, disciplinato dal Dlgs n. 128/2015 e conosciuto anche come cooperative compliance, è stato introdotto per favorire un nuovo modello di cooperazione trasparente e preventiva tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti.
È riservato alle imprese provviste di un sistema strutturato di gestione e controllo del rischio fiscale e si fonda su un sistema di dialogo costante con il Fisco attraverso cui individuare e risolvere anticipatamente le potenziali situazioni di rischio evasione, così da rafforzare la certezza del diritto e l’affidabilità del sistema tributario. A questo proposito, di recente sono stati resi disponibili i primi elenchi dei professionisti abilitati, già in possesso dei requisiti, che da subito potranno certificare i tax control framework (Tcf) delle aziende che hanno presentato l’istanza di adesione alla cooperative compliance (vedi “Cooperative compliance, al via gli albi dei certificatori”).
Nel tempo, la soglia dimensionale fissata per l’accesso al regime è stata progressivamente ridotta fino a includere, dal 2024, le imprese con volume d’affari di almeno 750 milioni di euro, soglia che scenderà a 500 milioni di euro dal 2026 e a 100 milioni di euro a partire dal 2028, quando le aziende potenzialmente interessate diventeranno oltre 11mila su tutto il territorio italiano.
Fonte: https://www.fiscooggi.it/ Vai all’articolo originale