I risultati della Cop 28 e il contributo dell’Agenzia

I risultati della Cop 28 e il contributo dell’Agenzia

L’Agenzia delle entrate, in armonia con gli obiettivi di sostenibilità ambientale definiti a livello internazionale dalla Cop 28 (Conference of the parties) e dal Global stocktake approvato dai 198 delegati della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fornisce il proprio contributo, individuando tre linee strategiche fondamentali a cui fare riferimento.
Nello specifico, la “Strategia nazionale per l’economia circolare” (Sec), il “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima” (Pniec) e il “Programma nazionale di gestione dei rifiuti” (Pngr).

Tali strategie rappresentano la guida da cui nascono le iniziative che l’Agenzia, pur operando in un settore a basso impatto ambientale, realizza per contribuire a una corretta ed efficace gestione ambientale. In particolare, le iniziative programmate nel prossimo triennio 2024-2026, orientate al rispetto e alla tutela dell’ambiente, riguarderanno le seguenti aree:

  • gli acquisti verdi e il green public procurement
  • la gestione dei consumi energetici
  • la gestione dei rifiuti e l’economia circolare
  • la gestione della mobilità sostenibile
  • la sensibilizzazione dei dipendenti al risparmio energetico, alla gestione dei rifiuti, alla mobilità, all’ uso più consapevole delle risorse e all’economia circolare, con attività di comunicazione e informazione sui rischi per l’ambiente e la salute, suggerendo la scelta di materiali e prodotti alternativi.

Cosa vuol dire Cop e perché c’è un numero accanto?
Cop vuol dire conferenza delle parti “Conference of the parties”, se ne fa una ogni anno e quindi il numero progressivo indica l’edizione, in questo caso l’ultima. L’incontro rappresenta l’unico strumento aperto, trasparente e inclusivo in cui:

  • partecipano tutti i Paesi, anche quelli che in altri contesti politici multilaterali sono assenti o marginalizzati;
  • è presente, come osservatore, la società civile, ovvero tutte quelle parti che hanno interesse a risolvere il problema del cambiamento climatico. Questo è anche il motivo del nome che gli è stato dato, conferenza delle parti e non degli Stati.

Dal “phase out” al “transitioning away
Nella 28esima Conferenza delle parti (Cop) sul clima, che si è tenuta a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, è stato raggiunto un accordo storico sulla transizione energetica, il nuovo testo non contiene più la dicitura “phase-out”, ovvero l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, che gran parte dei paesi auspicavano, ma chiede di “transitare” fuori dai combustibili fossili, invocando una “transizione ordinata, giusta ed equa anche per i paesi produttori” (transitioning away).
La menzione “phase-out” nel documento finale rappresentava l’asticella principale per misurare i risultati del vertice e l’accordo approvato sembrerebbe creare le condizioni favorevoli per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nel 2050. L’intesa raggiunta tiene conto di tutte le diverse sollecitazioni rappresentate da ciascuno Stato e, per questo, è da ritenere che il compromesso raggiunto in questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali, sia fondamentale per il processo di transizione.

Quali sono i risultati della Cop 28?
Nonostante sia stata la prima Cop a essere ospitata da un Paese “ricco di petrolio”, con la partecipazione di un gran numero di lobbisti dei combustibili fossili, gli obiettivi raggiungi sono stati determinanti:

  • è stato messo nero su bianco l’impegno alla transizione dai combustibili fossili
  • i Paesi si impegneranno a triplicare la capacità di energia rinnovabile globale e a raddoppiare l’efficienza energetica verso le fonti di energia pulita
  • è stato istituito un fondo per le soluzioni climatiche globali e sono stati promessi finanziamenti per assistere i Paesi a basso reddito, in caso di perdite e danni legati al cambiamento climatico
  • oltre 130 Paesi hanno firmato una dichiarazione per incorporare le emissioni agricole nei loro piani climatici nazionali ed è stata formata una coalizione per promuovere l’agricoltura rigenerativa
  • le compagnie petrolifere e del gas si sono impegnate a raggiungere emissioni di metano prossime allo zero entro il 2030 ed è stato annunciato un fondo per progetti di riduzione del metano nei mercati emergenti;
  • i Paesi si sono assunti l’impegno di alimentare le risorse del “Fondo verde per il clima” (Loss and Damage Fund) da utilizzare per compensare gli Stati più penalizzati dagli effetti del cambiamento climatico.

Come procederà l’Italia e quali saranno i prossimi passi da compiere?
Per concretizzare gli impegni sottoscritti a Dubai, l’Italia dovrà accelerare nella transizione e per farlo occorrerà:

  • rivedere i Piani per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) e il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec)
  • istituire una legge sul clima, come è già stato fatto da altri Paesi europei
  • ricercare nuove modalità di coinvolgimento attivo di soggetti economici e sociali, per definire e realizzare le politiche climatiche, con una riforma che consenta di eliminare i sussidi dannosi all’ambiente (Sad)
  • favorire lo sviluppo del sistema industriale italiano delle rinnovabili.

E cosa fa l’Agenzia?
Anche l’Agenzia delle entrate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale e recepiti dall’Italia, a partire dagli obiettivi dell’Agenda 2030, intende fornire il proprio contributo alla tutela dell’ambiente. A tale scopo, nel pianificare le azioni che intende realizzare nel prossimo futuro, l’Agenzia nell’ambito del Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) ha individuato le strategie fondamentali a cui fare riferimento, che come anticipato sono: la “Strategia nazionale per l’economia circolare” (Sec), il “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima” (Pniec), il “Programma nazionale di gestione dei rifiuti” (Pngr).



Fonte: https://www.fiscooggi.it/ Vai all’articolo originale