L’Agenzia celebra il 25 novembre: insieme contro la violenza sulle donne

L’Agenzia celebra il 25 novembre: insieme contro la violenza sulle donne

I numeri parlano chiaro: sono oltre 90 le vittime di femminicidio dall’inizio del 2024. Di queste vittime, 84 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 51 di loro hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. E poi c’è la violenza che ferisce, umilia, manipola, la violenza che non uccide, ma non per questo è meno devastante per la vita di chi la subisce. I dati, del ministero dell’Interno, segnalano un calo del numero delle vittime, un dato senz’altro positivo che tuttavia non rassicura ma anzi, invita a proseguire a tutti i livelli l’attività di contrasto al fenomeno. Un fenomeno che riguarda tutti, nessuno escluso. Ciascuno è chiamato a dare il suo contributo nella vita privata come sul lavoro, per essere parte del cambiamento culturale necessario per porre fine a quella che è, a tutti gli effetti, una strage.

Le amministrazioni pubbliche sono chiamate a promuovere e sviluppare al loro interno una cultura organizzativa volta a radicare il rispetto della dignità della persona, come previsto nei principi stabiliti dalla Carta costituzionale. L’Agenzia delle entrate, insieme al Comitato unico di garanzia, fa la sua parte.

Ogni anno, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, a livello nazionale e locale, prendono vita iniziative sul tema della violenza di genere: convegni, testimonianze, interviste, podcast, azioni anche solo simboliche, che tuttavia contribuiscono alla riflessione collettiva, per sensibilizzare, stimolare il dibattito, accrescere la consapevolezza del personale intorno a questo tema.

Alcune di queste iniziative si svolgono da diversi anni, rappresentando ormai una consolidata consuetudine per il personale dell’Agenzia delle entrate.

“Vestiamoci di rosso” è un’iniziativa ormai alla sesta edizione. Tutto il personale è chiamato ad indossare, nei giorni a ridosso della ricorrenza del 25 novembre e sino a fine mese, un indumento o un accessorio di colore rosso nel corso di incontri, riunioni, videoconferenze, segno di riconoscimento e appartenenza nel nome del pieno e totale contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione, nei luoghi di lavoro e in ogni altro contesto.

Altra iniziativa ormai alla quarta edizione è “mettiamoci la firma”, anche in questo caso un gesto semplice, ma altamente simbolico: chi lo desidera può aggiungere in calce alla propria firma nell’email una frase significativa contro la violenza di genere. La frase scelta quest’anno è estratta da un discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: Contro la violenza di genere serve l’impegno di tutti. Non basta indignarsi a intermittenza.

Un richiamo alla necessità dell’impegno corale e costante della società tutta per la promozione dei valori del rispetto, della difesa della dignità, delle pari opportunità e della solidarietà, unico efficace antidoto alla cultura della violenza e della sopraffazione.

Accanto a queste iniziative, si conferma l’impegno dell’Agenzia e del Cug per la promozione del numero 1522, il servizio pubblico promosso dal dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri a cui le vittime di violenza e stalking possono rivolgersi per richieste di aiuto e sostegno sia via telefono, sia via chat accedendo al sito internet dedicato (1522). Un breve video spot sarà diffuso all’interno e anche all’esterno attraverso i canali social dell’Agenzia, per ricordare come di fronte a comportamenti violenti, in qualunque forma la violenza si esprima, fisica, psicologica o economica, non ci sono giustificazioni o attenuanti. La violenza non può essere mai banalizzata, i segnali non possono essere trascurati. Un’esortazione alle vittime di violenza ad uscire dall’isolamento in cui si trovano e a chiedere aiuto contattando il numero di pubblica utilità 1522, dove troveranno personale specializzato che saprà ascoltare e supportarle. 



Fonte: https://www.fiscooggi.it/ Vai all’articolo originale